lunedì 25 ottobre 2010

Micro

Per prendere il microscopio bisogna chiedere le chiavi dell'infermeria.
L'infermeria si riconosce perché dentro c'è un lettino tipo medico e una scrivania. Non ho guardato con attenzione, ma non credo ci siano farmaci di alcun tipo (nessun può somministrare farmaci a scuola). In un angolo, però, c'è una pianola e un paio di scatoloni. In un altro angolo c'è un armadio metallico. Ecco, dentro l'armadio c'è il laboratorio di scienze.
L'armadio è chiuso a chiave. La chiave ce l'ha l'insegnante X. L'insegnante X non c'è perché oggi è il suo giorno libero. Per fortuna basta forzare con delicatezza le ante scorrevoli e l'armadio si apre.
Così possiamo prendere il microscopio.
Prendiamo anche un sacchetto di plastica con alcuni vetrini portaoggetto (già usati, ma basta ripulirli un po'), un paio di pinzette (arrugginite, ma fanno comunque il loro lavoro) e una boccetta di tintura di iodio (un po' rinsecchita, ma basta allungarla con un po' di alcool). Un paio di pipette, un po' d'acqua e via.
In classe sbucciamo una cipolla e tentiamo di vederne le cellule, oppure qualcuno si sfrega uno stuzzicadenti in bocca e tentiamo di vedere le sue cellule (bleah!).
Cose così. La tintura di iodio, per chi se lo chiedesse, serve come colorante. Funziona. Abbastanza.
Certo, c'è anche chi usa metodi e strumenti un pizzico più avanzati.
Ad esempio Alvaro Migotto, che ha scattato questa foto.
Cos'è? Un fiore? Un frutto? Un elica? Una caramella gommosa gusto arancia? Due sederi un contro l'altro? Una palla-pesca, come sostiene mio figlio?
In realtà è l'embrione di una stella marina (Echinaster brasiliensis) fotografato con 60 ingrandimenti. È allo stadio di quattro cellule (qualcuno, ad esempio in prima A, ricorderà che abbiamo parlato di mitosi, sviluppo embrionale, quelle cose lì).
La foto ha partecipato al concorso di fotografia al microscopio Nikon International Small World Photomicrography Competition. Non ha vinto, ha solo ricevuto una menzione d'onore. Il vincitore ha fotografato il cuore di una zanzara. Poi c'è una foto di salsa di soia cristallizzata, quella di un cristallo di ghiaccio ingrandito 40 volte, quella delle spore di una felce. Insomma: un tesoro in ogni dove.

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