sabato 6 novembre 2010

Oggi pesce

D'accordo: forse è un po' troppo retorico, forse è un po' inverosimile e nessun insegnante può essere davvero così. Può darsi ma a me il prof Keating è sempre piaciuto. E siccome oggi mi sento un po' retorico (sarà l'autunno), butto lì questo spezzone del film L'attimo fuggente.
...avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale?



PS: no, carpe diem non si traduce "oggi pesce", no.

lunedì 1 novembre 2010

Se le note non sono giuste

La gente può anche dire che non so cantare, 
ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato.
Florence Foster Jenkins


Non vorrei che qualcuno, leggendo il titolo, si aspettasse le confessioni di un prof pentito per aver messo troppe note ingiuste. Quindi chiariamo subito: qui si parla di note musicali (mi spiace deludervi).
In un post di qualche tempo fa, in un momento di pura pazzia, avevo invitato a scrivere per eventuali domande su argomenti matematico-scientifici. Con un po' di delusione e con un po' di sollievo ho notato che nessuno scriveva. Poi ecco la prima domanda (come si poteva prevedere, l'autore è il Mac, di seconda A): "Perché alcune persone sono intonate e altre no?".
La domanda è rimasta in sospeso per qualche mese (nel frattempo il Mac è passato in terza A!). Non solo per mia pigrizia, anche per la mia ignoranza in materia: "Ecchennesò?" avrei dovuto rispondere. Ma ho cercato di documentarmi e azzardo una risposta più precisa. 
Per la verità, non sono nemmeno sicuro che la domanda sia valida: se chiedi a qualsiasi insegnante di musica probabilmente risponderà che non esistono persone stonate ma solo persone non educate al canto. In effetti, per la stragrande maggioranza è così.

Stonati: quelli veri
In realtà esistono persone che non solo stonano ma non riescono nemmeno ad accorgersi delle stonature, proprie o di altri. Sono gli amusici (cioè affetti da amusia): persone che non distinguerebbero Povia da Mozart, gente che, sentendo Emanuele Filiberto al festival di Sanremo, potrebbe credere di avere davanti un vero cantante (nessuno invece crederebbe di avere davanti un principe, ma questo è un altro discorso). Sono amusiche circa 4 persone su 100. Quindi non è impossibile che ce ne sia qualcuno anche nella vostra scuola. In effetti mi è capitato di sentire certi "suoni" provenire dalle aule di musica!
L'amusia è dovuta a motivi di origine cerebrale, un po' come la più nota dislessia (un disturbo dell'apprendimento che consiste soprattutto in difficoltà nel leggere e scrivere).
Nel 1800 furono descritti casi di amusia acquisita in seguito a incidenti o a danni cerebrali. Per molto tempo si è invece pensato che l'amusia congenita (presente già alla nascita) fosse solo un mito. In un articolo del 2002, però, un gruppo di ricerca canadese, diretto dalla neuropsicologa Isabelle Peretz, pubblicò la storia di Monica, una donna di mezza età, colta, intelligente, con un udito perfetto e una buona memoria. Fin da bambina Monica scoprì di non essere portata per la musica: partecipava al coro della chiesa locale e il direttore le suggerì di muovere la bocca ma, per l'amor del cielo!, non cantare. Stessa storia quando aveva cercato di entrare a far parte della banda musicale. Dal momento che non aveva alcun difetto o danno fisico e nemmeno si poteva dire le mancasse un'educazione musicale, Monica è considerata il primo caso documentato di amusia congenita.
La Peretz sottopose Monica a una serie di test. Ad esempio le fece ascoltare delle sequenze di cinque note, in cui la quarta era più alta o più bassa. Le scoprì enormi difficoltà nel riconoscere la differenza, in particolare per le note più basse. Le difficoltà nel cantare e suonare derivavano evidentemente da questa incapacità di riconoscere i diversi toni, proprio come la principale causa della dislessia sembra essere la difficoltà nel riconoscere i suoni che compongono le parole.

Alcuni aneddoti 
Ci sono poche certezze riguardo le cause della amusia congenita. Si sta ancora tentando di individuarne i geni. Non è facile, soprattutto per la difficoltà nel capire chi è davvero amusico. Molto più semplice è trovare qualche aneddoto interessante. Basta farsi un giro in internet (ho trovato persino un blog dedicato all'amusia) oppure in libreria:  qualche caso si trova, ad esempio, nel recente libro di Oliver Sacks Musicofilia. Ne scelgo un paio quasi a caso.
D.L., una signora (ex insegnante!) racconta di non riuscire a riconoscere l'inno nazionale (è costretta ad aspettare che gli altri si alzino in piedi per essere sicura) ma nemmeno "Tanti auguri a te". La stessa signora L. spiega quello che sente quando viene suonata della musica: "è come se tu fossi in cucina e sbattessi a terra tutto il pentolame".
Un altro caso: a una paziente che aveva subìto un danno al cervello, fu fatto sentire l'Adagio di Albinoni prendendolo dalla sua collezione di dischi. Lei sostenne di non aver mai sentito prima quella musica e poi disse: "Mi dà una sensazione di tristezza, è un po' come se fosse l'Adagio di Albinoni".


Sei amusico?

Se volete sapere se siete amusici, un primo passo potrebbe essere fare il test online proposto dall'università inglese di Newcastle upon Tyne come parte di una ricerca in corso. Il test consiste nell'ascoltare delle coppie di brevi brani musicali e capire se sono uguali tra loro o leggermente diversi. Sono proposte due sequenze di 30 coppie di brani, io ci ho azzeccato 28 volte su 30 nella prima sequenza e 29 su 30 nella seconda: sembra che io non sia amusico.


Stonati e felici
Per concludere: se sei solo stonato, puoi sperare di allenare l'orecchio e la voce, magari prendere qualche lezione, e migliorare. Se sei proprio amusico hai ben poche speranze di diventare intonato. Ma non è detto che tu non possa diventare una star della musica.

È quel che è successo a Florence Foster Jenkins. Vissuta più o meno un secolo fa, la Jenkins era decisa a imporsi come cantante lirica. Purtroppo sembrava quasi incapace di tenere il tempo della musica e faticava altrettanto ad azzeccare le note. Ciononostante riuscì a diventare famosa, grazie alla propria tenacia e all'abilità di Cosme McMoon che la accompagnava al piano cercando di assecondarne e mascherarne gli errori. E, forse, anche perché il pubblico apprezzava le sue esibizioni come una sorta di teatro comico più che come uno spettacolo di bel canto.
Qui di fianco, la copertina di un suo disco, pubblicato postumo: La gloria(????) della voce umana. Qui sotto la registrazione di una sua esibizione: tanto per farsi un'idea.