venerdì 7 ottobre 2011

La Terra appesa a un filo (più o meno)

Siamo tutti nella fogna, ma alcuni di noi guardano alle stelle
(Oscar Wilde)
 
Alla fine di una lezione su stelle, costellazioni, anni luce e tutto quello che riesco a stipare in un’ora di chiacchiere, assegno un compito alla terza B: trovare la stella polare.
Ho conosciuto da poco quelli di terza B, sembrano ragazzi svegli. Svegli, s’intende, quanto è possibile esserlo alle due di un martedì di settembre, dopo quasi sei ore filate di lezioni varie. Sembrano svegli. Infatti qualcuno nota che non ho assegnato un compito scritto. E nemmeno orale, se è per quello. Non è un compito che si possa controllare, se ci siamo capiti.
Adesso resta da vedere quanti sono semplicemente svegli, e ne approfitteranno per non fare niente, e quanti sono più svegli. E intuiranno che un compito può diventare un'occasione per scoprire qualcosa.
Per i secondi e per i primi, ripeto qui le indicazioni su come svolgere il compito. E, chissà, la cosa potrebbe interessarvi anche se non siete della terza B.
Andiamo con ordine:
1) Se non ci siete già, spostatevi nell’emisfero settentrionale del pianeta Terra. Questo perché nella metà sud, la stella polare non si riesce a vedere. Se siete uno studente della terza B, confido che siate già nell’emisfero giusto, quindi andiamo avanti. Anzi, da qui in poi diamo per scontato che vi trovate in Italia.
2) Aspettate la sera. Questo perché di giorno la luce del Sole impedisce di vedere (le altre) stelle. In questo periodo dell’anno, dalle nove in poi dovrebbe andare bene. Se non ci sono troppe nuvole è meglio.


3) Alzate gli occhi al cielo e cercate il grande carro (o grande mestolo, se lo volete chiamare come gli americani). Non è difficile, basta guardare più o meno verso Nord (in questo periodo), più o meno a 20° sopra l’orizzonte e con qualche piccolo sforzo si dovrebbero vedere sette stelle disposte in modo che, se immaginate di unirle con dei trattini, formano una specie di carro senza ruote. Per la verità io ci vedo più il mestolo ma non importa. Tanto, giusto per chiarire, non c’è nessun carro e nessun mestolo, i trattini di unione sono una nostra invenzione. In effetti le stelle non sono neanche così vicine come le vediamo noi da qui.
4) Adesso prendete il lato posteriore del carro e prolungatelo di 5 volte la sua lunghezza. Più o meno. Come si sarà notato non è necessaria una gran precisione, il “più o meno” è sufficiente. Ecco, dovreste vedere un punto più luminoso degli altri che gli stanno intorno. Quella è Polaris, la stella polare.
 


Con questo il compito a casa è finito. Potete spuntarlo dal diario.
Però perché ho chiesto di individuare proprio la stella polare? Cos’ha di diverso dalle altre stelle? Potrei dire che è la prima stella di un altro carro, il piccolo carro o Orsa Minore, come si vede nella figura. Il grande carro invece è parte della costellazione dell’Orsa Maggiore. Ma non è questo che ci interessa.
Più importante è che Polaris è polare, appunto, cioè indica il polo Nord. I marinai la usano (o la usavano) per orientarsi.
A questo punto mi aspetterei una mano alzata:”perché la stella polare indica sempre il Nord? Come fa?”. Per rispondere ho scattato una foto. Ho messo la macchina fotografica su un cavalletto, l’ho puntata verso la stella polare (più o meno) e ho lasciato l’obiettivo aperto per una dozzina di minuti.
Il risultato non è una gran foto, lo ammetto, ma si vede quello che si deve vedere. Tutte le stelle hanno lasciato una piccola scia luminosa. Tranne una, a ben vedere, che è un punto. Quella è Polaris.



Potremmo immaginare la Terra appesa a un filo. Il filo è attaccato al polo Nord e, dall’altro capo, alla stella polare. Il nostro pianeta penzola dalla stella e gira, gira.
Ora, che nessuno parli del filo in un'interrogazione. Non esiste nessun filo ma l’immagine mi sembra evocativa, mi da un mezzo brivido e – spero – fa capire perché le stelle nella mia foto sono delle strisce di luce: le stelle sono ferme, è la Terra che gira. L’unico punto fermo, quello a cui è attaccato il filo, è Polaris.
Siccome l’altro capo del filo finisce al polo Nord, si intuisce perché la stella polare indica il Nord.


Una piccola considerazione per finire: durante la discussione in classe, qualcuno non credeva che ogni stella ha un proprio colore (“io le vedo tutte bianche!”). Bene: per quanto brutta sia la foto, si vedono abbastanza chiaramente i diversi colori. Giuro che non ho fatto ritocchi con Photoshop.
Anzi: facciamo che metto anche una foto più bella. Non l'ho scattata io, no.


(Foto REUTERS/Michael Buholzer). L'originale si può vedere qui

P.S. Giusto per chiarire: questo post è pieno di “più o meno”. L’immagine della Terra appesa a un filo mi piace ma è imprecisa. Intanto il filo non finisce proprio sulla stella polare ma lì vicino. Poi è un filo che si sposta, mettiamola in questo modo: tra 12000 anni il filo (asse terrestre, forse è meglio chiamarlo così) punterà verso Vega, per dire. Parleremo anche della precessione degli equinozi, ma adesso non è il momento.

E poi non è vero che le stelle sono ferme. Anche loro si muovono. Anche la stella polare. Ma, insomma, il compito era individuare Polaris. E dovremmo avercela fatta. Più o meno.

2 commenti:

Il Mac ha detto...

prof la mia citazione preferita!!! :D

tanti saluti :D

Davide Bortolas ha detto...

Sì, avrei dovuto immaginarlo. :)
Tanti saluti :D