giovedì 17 novembre 2016

(Ec)citazione: matematica e immaginazione



Tutto quello di cui Euclide parla, non esiste.
Non esiste una retta senza spessore, e non esistono circonferenze perfette. L'immaginazione che Euclide, dal III secolo prima di Cristo a oggi, richiede a chi legge i suoi Elementi è più grande di quella necessaria a seguire le storie degli dèi e degli eroi.
I ragionamenti, i teoremi, le costruzioni e le dimostrazioni di Euclide si applicano solo a queste forme inesistenti e tutte le volte che da quel mondo di perfezione ho disegnato un triangolo o tracciato un segmento, quello che ho fatto - io, come tutti - è stato immaginare. [...]
La matematica, e ci penso ogni volta che mi trovo davanti a un disegno su un muro, su un ponte e sull'asfalto di una qualsiasi città, è questa immaginazione che educa all'invisibile, dunque all'amore e ai morti, alle utopie e ai fantasmi e che ci ha portato lontano lontano, nel tempo e nello spazio. È questo esercizio di immaginazione che ci fa e ci fa rimanere umani e quindi, in fondo, poco importa che tutto quello di cui Euclide parla non esista, se siamo qui.

Chiara Valerio - Storia umana della matematica, 2016


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