domenica 11 ottobre 2015

Il coltissimo astronomo

Prima o poi arriva il momento, anche per i più pigri, di darsi da fare.
Dato che tra pochi giorni sarà passato un mese dall’inizio della scuola, pare proprio che quel momento sia arrivato anche per me. È proprio ora di riprendere le trasmissioni.

Da qualche anno, qui a Un tesoro in ogni dove, l’anno scolastico inizia con una poesia. Così ho cominciato a pensare a quali versi usare questa volta. E mi è tornata in mente una pagina che anni fa avevo trovato in rete. La pagina è questa.
È la versione a fumetti di When I heard the learn'd astronomer, poesia tratta da Leaves of grass del Capitano della poesia americana, Walt Whitman.
Ne avevo abbozzata allora una traduzione casalinga che ho pensato di riesumare per l’occasione:

Quando ho ascoltato il coltissimo astronomo;
Quando prove e figure sono state messe in colonne davanti a me;
Quando ho visto grafici e diagrammi, per sommarli, dividerli e misurarli;
Quando, seduto nell’aula, ho sentito l’astronomo tenere la sua lezione tra grandi applausi,
Quanto presto, inspiegabilmente, mi sono fatto stanco e nauseato;
Finché, alzatomi e scivolato fuori, ho vagabondato per conto mio,
Nell’aria umida e magica della notte e, di tanto in tanto,
Ho alzato gli occhi alle stelle in perfetto silenzio.
 

La versione originale:

When I heard the learn'd astronomer;
When the proofs, the figures, were ranged in columns before me;
When I was shown the charts and the diagrams, to add, divide, and measure them;
When I, sitting, heard the astronomer, where he lectured with much applause in the lecture-room,
How soon, unaccountable, I became tired and sick;
Till rising and gliding out, I wander'd off by myself,
In the mystical moist night-air, and from time to time,
Look'd up in perfect silence at the stars.
Immagine tratta da Zen Pencils

Nel frattempo ho scoperto che due blogger italiani, Dropsea e Popinga, ne hanno dato loro versioni, che suggerisco di andare a guardare.
Come al solito non vorrei aggiungere troppi commenti. Preferisco lasciare che la poesia faccia da sola il suo lavoro.
Mi permetto una sola piccola annotazione personale. I versi di Whitman sono un ammonimento che cerco di tenere presente: divulgare (…o insegnare!) la scienza è una questione delicata, bisogna fare attenzione a non rovinarne la meraviglia. Perché la scienza parte proprio dallo stupore e dalla meraviglia.
Bene, prima di lasciarmi andare a sproloqui, chiudo e lascio la parola a Richard Feynman, uno che sulla scienza, sulla meraviglia e sulla bellezza ha qualcosa da dire.




2 commenti:

giovanna ha detto...

Complimentissimi, prof. Bel post di apertura! :-)
g

Davide Bortolas ha detto...

Grazie! Adesso si tratta di preparare il prossimo post, con i giuochi di sarà mica matematica. Ce la farà il nostro eroe...?